Fondazione "La Madonnina"


LA STORIA

La storia della fondazione si intreccia alla storia della sezione scout AEC della Collina d’Oro. A partire dal 1945 fino al 1960 infatti, lupetti ed esploratori usufruivano per il loro campeggio estivo di una vecchia casa nel nucleo di Ronco, era una casa di proprietà del Comune di Quinto.

Il Municipio di Quinto però vendette questa casa, ed agli scout mancò l’abituale luogo di soggiorno. Per ovviare a questo imprevisto, l’allora parroco di Sant’Abbondio, Gentilino, Rev. don Aquilino Mattei, ebbe una buona e generosa idea.

Il 30 ottobre 1962 costituì la Fondazione “La Madonnina” cedendole, gratuitamente, i beni immobili di sua proprietà: prati, superficie boscosa ed una stalla per complessivi 9375 mq, siti in territorio del Comune di Altanca/Quinto.

Lo scopo della Fondazione, iscritto da don Aquilino nell’atto notarile di costituzione, è il seguente:

“creare, favorire, sviluppare nell’ambito dell’educazione religiosa cristiana cattolica, iniziative aventi scopo ricreativo e di cura in base a principi religiosi e morali a beneficio di persone, fanciullezza e gioventù in particolare, con diritto di priorità per quelle residenti nell’ambito della Parrocchia di S. Abbondio in Montagnola e Gentilino”.

Il primo passo era compiuto: ma bisognava realizzare il sogno della casa di vacanza!

Provvidenziale fu l’incontro di don Aquilino con i coniugi Aldo e Celestina Daccò, abitanti al “Maggio” di Montagnola! Con entusiasmo si assunsero l’impegno e l’onere della costruzione e del completo arredamento della casa di vacanza: per il parroco fu come un miracolo, dono della Divina Provvidenza.

Da allora i ragazzi della Collina d’Oro, anche non appartenenti alla sezione scout, trovarono un posto accogliente e attrezzato dove passare alcuni giorni in allegria e spensieratezza durante l’estate!

Dopo una trentina di anni dalla costruzione iniziale, lo stabile evidenziava in parecchi punti la vetustà delle strutture murarie, l’inadeguatezza dei servizi igienici, l’assenza di dispositivi antincendio con collegamenti d’allarme, la mancanza di una sala polivalente per le attività di gruppo dei ragazzi con attrezzature video ed allacciamenti internet. Da aggiungere poi il precario e pericoloso accesso viario e l’assenza di posteggi.

Ci si mise al lavoro e alla fine di novembre del 1995 il progetto di ampliamento, allestito dall’Arch. Alberto Finzi di Massagno, fu pronto alla sua realizzazione. Grazie al sostegno dei 3 comuni della Collina d’Oro, dell’ufficio del Turismo cantonale, della Signora Celestina Daccò di Montagnola, del Dr. Jost Reinhold di Agra, oltre che di molti altri benefattori, si poté proseguire con il progetto. I lavori di ampliamento e ristrutturazione finirono nel 1997 e la casa da allora è funzionale ed adeguata ad ospitare gruppi fino a 48 persone.

È naturalmente forte il sentimento di infinita ed imperitura riconoscenza ai coniugi Daccò ed in particolare alla Sig.ra Celestina che ha ancora contribuito generosamente ai costi di ristrutturazione.

Gratitudine va anche a chi per anni si è occupato di mantenere pulita e accogliente la casa “La Madonnina”, a chi ha gestito e gestisce le prenotazioni e tutte le questioni amministrative legate all’occupazione della casa, a chi negli anni si è preso a carico le varie responsabilità in seno alla Fondazione per portare avanti i valori iscritti negli statuti, valori ancora validi e importanti per permettere ai ragazzi della Collina di passare momenti indimenticabili nella casa di Altanca.

Rustico

Nel computo dei beni immobili ceduti alla Fondazione, figurava anche una stalla sita sul mapp. 2018, sistemata negli anni settanta dagli scout della Collina d’Oro. La utlizzavano per i ritrovi di gruppi più piccoli o per attività più brevi.

Anche questo rustico, che era in procinto di crollare, è stato opportunamente riattato e consolidato nel corso del 2002, sempre su progetto dell’Arch. Finzi.

Nelle due immagini vediamo don Aquilino Mattei, parroco di Sant’Abbondio/Gentilino dal 1945 al 1983, e la testimonianza della gentile signora Celestina Daccò, scritta di suo pugno nel 1997.